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The palm at the end of the mind - Fabrizio Giannini

THE PALM AT THE END OF THE MIND
a cura di Rita Selvaggio
con la collaborazione di Diego Cassina
dall'8 giugno al 30 settembre 2016

Testo critico.
Nell’ultima serie di lavori di Fabrizio Giannini, la palma è un elemento iconografico che l’artista sovrappone all’immagine di note opere d’arte riprodotte sulle pagine sottratte a cataloghi d’asta. E’, quello di Giannini, un fare che procede per azzeramento e per progressive desertificazioni di codici rituali e dei loro successivi ritorni. L’artista ci introduce nel campo vastissimo del possibile per cui l’unica realtà dell’immagine può essere solo quella della sua possibilità. Si tratta di un’opera che si amplifica e si estende oltre il confine dello sguardo, e che propone “idee figurate” secondo una dialettica di trasparenza e riflessione che sembra non potersi separare da una sovversiva ed etica ricerca del fondamento. Quando nella percezione del reale, questo non è in grado di valere come tale, si rende necessario dargli un secondo senso per impedire la dissipazione di ogni senso e l’intrusione del non senso.
La palma, in questo caso, è un’immagine aperta al gioco delle direzioni di senso, consegnata alle sue metafore spaziali. Simile all’intenzione emblematica, essa tiene sospeso il suo oggetto in un vuoto semantico.
La palma, pianta autoctona, è stata portata in Svizzera dai tedeschi al tempo in cui, per i turisti della prima ora intrisi di sensibilità romantica, le montagne alpine e i laghi prealpini acquisiscono una valenza del tutto eccezionale. A tal proposito, i modelli di riferimento in voga tra il diciottesimo e la prima parte del ventesimo secolo, si fondavano sull’esemplare urbanistico della “città per stranieri al Sud” come Hermann Hesse aveva definito una sorta di città ideale della regione dei laghi. La palma è oltretutto una pianta proibita in Svizzera, come ricorda lo stesso Giannini, perché considerata invasiva ed inserita nella lista di questa tipologia. Un elemento, estraneo ad una situazione e ad un luogo, paragonabile, come sottolinea lo stesso artista, a quello che in ambito informatico corrisponde al “virus”. La recente ricerca di Giannini continua a perseguire infatti un serrato dibattito con la sfera dell’informatica e della comunicazione e l’icona della palma viene interpretata in questo ambito come un elemento che fa parte dell’immaginario collettivo.

 


Rita Selvaggio